I nostri presepi

Quale modo migliore per accostarsi a queste feste che condividere gesti semplici ma pieni di significato? Tutto il popolo dell'IC LAVAGNA si è dato da fare per allestire nei vari plessi il tradizionale presepe, che da quando San Francesco lo inventò a Greccio, è il simbolo di queste feste natalizie che stanno arrivando; naturalmente ognuno lo ha "interpretato", rendendolo unico e speciale. Vi proponiamo una carrellate dei presepi dei nostri plessi.

Come da tradizione, anche quest’anno gli insegnanti e gli alunni delle scuole primarie, coordinati dai maestri Luca Pani e Paola D’Andrea, hanno realizzato presso la Scuola Edoardo Riboli e la Scuola Vera Vassalle di Cavi, Presepi “a tema”.
Il Presepe della Scuola Riboli (atrio) ha come titolo: “LAVAGNA DI TERRA E DI MARE”.
La Natività di Gesù entra nel cuore della Città di Lavagna, come a ricordarci che Gesù fa breccia nella nostra storia e si fa bambino per noi, nella semplicità. Il Bambinello nella sua mangiatoia è stato collocato ai piedi della Basilica di Santo Stefano, che fa da sfondo, e ci ricorda le nostre origini. Una storia legata ai Conti Fieschi, ai Sestrieri, alle portatrici di ardesia che con fatica e passione hanno fatto della nostra città un luogo conosciuto al mondo per la “pietra di Lavagna”, l’ardesia appunto. Le statue che compongono il presepe (risalenti al 1800) rappresentano i mestieri tipici della nostra città, contadini, pastori, pescatori, ma anche gente del popolo, donne intente a “ciatellare - chiacchierare” e fare la spesa. Tutti i particolari di questo Presepe parlano di noi, cittadini di Lavagna, legati alla nostra terra e al nostro mare.

Il Presepe della Scuola V.Vassalle di Cavi (atrio) s'intitola: “DAL CIELO STELLATO… AL PENDIO TERRAZZATO”. Gli alunni della Scuola Vassalle hanno contestualizzato la nascita di Gesù nell’ambiente contadino della collina lavagnese, che da Santa Giulia, Barassi, Sorlana arriva al mare. Gesù Bambino è stato collocato nelle “fasce”, nelle piane, accanto ai preziosi muretti a secco che i nostri nonni, con tanta fatica e sapienza, hanno realizzato per rendere coltivabili i pendii scoscesi delle nostre colline liguri. Nel Presepe è presente anche un mulino: ci ricorda che l’acqua, che scorre limpida nella Valle dei Mulini (la Valle dei Berissi) è stata ed è un elemento prezioso e insostituibile. Lo sfondo è un cielo stellato, come a ricordarci che ogni essere umano, credente o non credente, esiste per essere felice.

Il Presepe della Scuola Secondaria "Don Gnocchi" di quest'anno è stata davvero un'opera corale: oltre all'impegno grandissimo degli studenti, bisogna sottolineare la creatività delle docenti Marina Coletta e Maria Cassaro che hanno avuto l'idea e il grande sostegno della nostra collaboratrice Giovanna Colucci. Esso ha elementi del tutto diversi da un presepe tradizionale: le vicende che nel secolo scorso e in quello precedente hanno caratterizzato il modo di essere e di vivere il territorio di Lavagna sono interpretate in modo artistico dagli alunni, con l'utilizzo di materiale di riciclo (carta, stoffa, ecc...). Lavagna da sempre si identifica con la pietra locale da secoli ricavata con grande fatica dalle sue colline: l' Ardesia. Gli uomini nelle cave lavoravano duramente e pericolosamente;  le donne  trasportavano sulla testa questo materiale in lastre molto pesanti dalle cave lungo i sentieri sino alla spiaggia, dove veniva caricato sulle imbarcazioni,  i LeudiIl duro lavoro nelle cave e le misere condizioni di vita, portarono la gran parte della popolazione a migrare verso il sogno delle Americhe. Nel nostro presepe il Mare, è stato realizzato con pezze di stoffa differenti, e si trasforma in un “ponte” che unisce idealmente due mondi distanti e differenti. Sul mare “galleggiano” imbarcazioni di ardesia che portano persone, migranti verso il Leudo "Don Gnocchi" (il cappellano militare che dà il nome alla nostra scuola e che durante la seconda guerra mondiale decise di dedicare la sua vita ai mutilati di guerra ed ai giovani come scrittore ed educatore). La Sacra Famiglia è trasportata dal Leudo, in ricordo della fuga in Egitto: San Giuseppe, costretto a scappare con Maria per salvare il suo  Bambino, la sofferenza di chi fugge a causa dell’odio dei potenti...